Due tentati sequestri a Varazze e Genova: 10 arresti (tra cui due spotornesi)
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Spotorno. Sono partiti questa mattina i mandati di arresto per 10 persone colpevoli di aver tentato di sequestrare due persone nel novembre del 2020.

Il 19 novembre del 2020 era stato sventato, con la collaborazione della squadra mobile di Genova e la Polizia di Stato di Savona, un sequestro ai danni di un imprenditore che doveva recarsi all’Hotel Le Vele di Varazze per organizzare un catering che si sarebbe svolto nel marzo successivo. I primi sei arrestati erano stati traditi dalle intercettazioni telefoniche che la polizia stava facendo per un traffico di stupefacenti.

Gli arrestati erano quattro uomini e due donne, tutti accusati, in concorso tra loro, di tentato sequestro di persona a scopo di estorsione, nonché di detenzione ai fini di spaccio delle sostanze stupefacenti rinvenute e di detenzione illegale di armi. I sei indagati avevano costituito un gruppo criminale che spacciava droga e che aveva come base logistica un albergo di Varazze che, in questo periodo dell’anno, anche a causa dell’emergenza sanitaria, è poco frequentato.

Dalle intercettazioni i poliziotti hanno scoperto che il gruppo aveva contattato l’imprenditore con la scusa di potergli commissionare un vantaggioso lavoro per la primavera. L’uomo era stato invitato a raggiungere l’hotel di Varazze dove avrebbe dovuto organizzare un evento per numerose persone.

“Le indagini hanno così fatto luce sia sulla fase ideativa, sia sulla progettazione del delitto avvenuto il 19 dicembre, oltre a mettere in luce un altro delitto che avevano programmato i primi di novembre – afferma il vice questore Ivan Currà -. Le indagini fanno luce anche sui mandanti dei gravi delitti programmati, sia sugli esecutori materiali riuscendo a costruire la fase dei pedinamenti, degli appostamenti e dei termini del disegno criminoso che era stato programmato”.

“Dalle indagini si è potuto ricostruire che la vicenda nasce proprio da un investimento non andato a buon fine di 100 mila euro fatto con la collaborazione di un imprenditore genovese – aggiunge Rosalba Garello, dirigente della quadra mobile di Savona -. Si trattava di un investimento ad alto rendimento e quindi molto rischioso a livello finanziario. Ci sono stati iniziali tentativi di recupero di questa somma per vie legali, poi c’è stata la volontà dell’imprenditore di avvicinarsi tramite il fratello a eventi criminosi che ha consentito di individuare un gruppo criminale per il recupero della somma con estorsioni”.

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