Vezzi Portio. “Perdura la crisi dell’apicoltura in Liguria, con diminuzione della produzione di miele nel 2020. Alle cause dei danni derivanti dai cambiamenti climatici si sommano quelli provocati dalla “vespa velutina”(il killer delle api) e questo avviene anche in Liguria. Un insetto micidiale che si è diffuso prima nell’imperiese e ora inizia la sua opera distruttrice nel savonese. E’ ben noto a tutti come la diminuzione degli insetti impollinatori porti ad una progressiva crisi dell’agricoltura”.
Cosi commenta il portavoce della “Federazione dei Verdi” della provincia di Savona, Gabriello Castellazzi.
“I Verdi savonesi, nello scorso ottobre, avevano segnalato a Vezzi Portio l’importante iniziativa avviata per insegnare come individuare e distruggeree i nidi di questo “calabrone asiatico”. Gli apicoltori Federica Delfino e Mirko Bulgarelli, dopo aver partecipato presso l’Università di Torino al “Progetto LIFE – Stop vespa velutina”, avevano organizzato, in collaborazione con il comune, un interessante incontro pubblico per sensibilizzare tutti i cittadini al grave problema”.
“La presenza sul territorio di questo nemico delle api è un danno per tutti e a tutti rivolgevano l’invito di aiuto per combatterlo. Una segnalazione c’era già stata ad Alassio, seguita da un’altra presenza proprio a Vezzi Portio e nei giorni scorsi l’allarme è scattato a Noli – prosegue – Alcuni abitanti della frazione di Tosse hanno localizzato un nido di “velutina”su di un albero di quercia ed essendo stati informati sul come comportarsi in caso di avvistamento, hanno subito chiamato Federica e Mirko in quanto operatori addestrati per la loro neutralizzazione”.
“E’ utile fare un minimo di cronistoria: la “vespa killer”, proveniente dalla Cina, ha raggiunto l’ Italia attraverso la Francia e, dopo aver nidificato in Liguria (molte arnie sono già state distrutte nell’albenganese) si sta spostando verso la Toscana. Questo insetto, grande come un calabrone, è pericoloso anche per le persone poichè la sua puntura può scatenare uno shock anafilattico. Le nostre api che non conoscono i nuovi nemici, non sanno ancora come difendersi dagli attacchi e per neutralizzarli non ci sono altri metodi se non quello della cattura della regina e la distruzione dei nidi. Secondo la “Royal Geographical Society” di Londra la crisi è internazionale in quanto circa il 70% dell’agricoltura dipende dall’impollinazione effettuata dalle api”.
“L’uso non controllato dei pesticidi, l’accentuarsi dei cambiamenti climatici e la deforestazione massiccia che riduce il numero dei luoghi sicuri per le api, si somma alla presenza del nuovo parassita che rende ancor più grave il problema. Secondo i dati della Coldiretti, dai consuntivi 2019, risulta come la produzione di miele sia dimezzata e l’importazione dall’estero ( pari a 27,8 milioni di kg.) sia in aumento del 18% rispetto all’anno precedente (11,3 milioni di kg. solo dall’Ungheria). Gli apicoltori liguri sono 2.299 (753 nel savonese), con una dotazione di 30.815 alveari”.
“Si parla poco di questo problema vitale che interessa non solo la produzione e il commercio del miele, ma tutto il comparto agricolo. Grande merito va a chi organizza la difesa degli alveari ed a quei coltivatori che, grazie all’“agricoltura biologica”, non solo aiutano la vita delle api ma portano ai consumatori frutta e ortaggi di qualità, senza i veleni purtroppo responsabili di gravi malattie” conclude Castellazzi.