Nuovo comune, stoccata di Riccobene a Fiorini
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Spotorno. “A margine dell’inaugurazione del nuovo municipio sono circolate informazioni non esatte sull‘andamento dei lavori e sulle risorse utilizzate. Credo che sia corretto ripercorrere le tappe principali di come si è giunti alla conclusione”. A dirlo è Franco Riccobene, capogruppo consiliare di “Adesso Spotorno” che continua: “Intendo sottolineare che il suo completamento è certamente un fatto positivo e visitando l’ambiente esterno ed interno ho ritrovato il lungo lavoro di progettazione dell‘assessorato all’urbanistica tra il 2004 e il 2009. Un impegno che aveva portato all‘approvazione dell’opera pubblica in Consiglio comunale, non senza aver attraversato polemiche, raccolte di firme contro e a favore, assemblee pubbliche infuocate e ricorsi al Tar (tutti vinti). Un intervento che utilizzò un’area che era già compromessa da un precedente progetto di 90 box interrati sulla cui copertura era programmata un‘area canina”.

“Vista la situazione che vedeva già in quegli anni una delocalizzazione degli uffici in cinque siti esterni e la situazione di compressione del lavoro nella Villa Albini, proposi al sindaco di allora, Marengo, di realizzare il nuovo municipio utilizzando l’area di via delle Strette – continua Riccobene -. L’idea si inseriva in una visione urbanistica del paese che voleva i servizi principali attorno al Parco Monticello: Opera Pia, scuole, asilo e municipio appunto, per dare un assetto ordinato e fruibile”.

“Incontrai il signor Bartolomeo Pastorino, spotornese, titolare dell’omonima impresa, proprietario dell‘area e del progetto, accompagnato dall‘architetto Moras, e gli proposi di realizzare a costo zero per la città il nuovo edificio istituzionale, partendo dal progetto che gli era già stato approvato dall‘amministrazione precedente del sindaco Zunino. Dopo una lunga trattativa trovammo un punto di equilibrio: avrebbe costruito e arredato il nuovo Municipio a costo zero per le casse comunali in cambio della costruzione di due piani di box (anziché uno) e di una palazzina di prima casa in via delle Strette che all‘ult piano doveva avere sei appartamenti da affittare ai residenti a canone agevolato”.

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“Il progetto dell’edificio fu modificato due volte per accogliere tutte le esigenze che man mano emergevano e infine proposi di realizzare la nuova sala consiliare come un‘aula magna (in leggera pendenza) all‘ultimo piano e il comando della polizia locale al piano terra per avere la completezza di tutti dei servizi. L‘architetto Moras inoltre trovò una soluzione interessante per l‘archivio, ora di 400 metri quadri, creando una sorta di silos interno all‘edificio” aggiunge il capogruppo consigliare.

Per quanto riguarda i lavori, “nel 2009, a fine del mandato amministrativo Marengo, l’impresa Pastorino aveva portato a tetto l’edificio e realizzato la palazzina a fianco. Sempre nel 2009 alle elezioni venne eletto sindaco, Volpera che introdusse alcune modifiche estetiche. Nel 2011, dopo sei mesi di commissario prefettizio dovuti alla crisi della giunta Volpera, nuovo cambio d‘amministrazione con l’arrivo del Sindaco Calvi. Nel frattempo l‘impresa Pastorino che doveva consegnate i lavori nel 2010 era entrata in conflitto legale con la ditta esecutrice e i lavori si erano fermati”.

“Durante l‘amministrazione Calvi 2011-15 viene approvato lo svincolo di alcuni appartamenti di prima casa rimasti invenduti così da sostenere l’impresa che nel frattempo era anche entrata in crisi economica, ma la situazione nonostante le rassicurazioni non mutò. Nel 2015 cade l‘amministrazione Calvi e arriva nuovamente il commissario. Questa volta la crisi è provocata sei mesi prima delle elezioni da Fiorini che si dimette con Andrea Minetti, Gianluca Giudice e Franco Arienti che facevano parte della maggioranza. I lavori restano ancora fermi. Si dovrà attendere la scadenza della fideiussione di 1 milione e 500 mila euro durante questa amministrazione, nel 2018, per giungere all‘escussione” spiega ancora Riccobene.

“La fideiussione, nonostante l’atteggiamento bonario della precedente amministrazione Calvi, verrà lo stesso contestata dal privato e sbloccata con un pesante accordo per la città, duramente contestato dalle tre minoranze in consiglio comunale. Infatti la nuova convenzione urbanistica approvata dall‘amministrazione Fiorini stabilirà che l‘escussione della fideiussione si riduca a circa un milione di euro e che l’impresa Pastorino entro sei mesi dovrà trasferire 2 appartamenti della palazzina di via delle Strette del valore di 6-700 mila euro, nella proprietà comunale. Il trasferimento, però, sottostando ad una clausola capestro, non avverrà e gli appartamenti resteranno proprietà privata. La clausola prevedeva, infatti, che trascorsi i sei mesi, sarebbero stati sostituiti con tre box in via Vecchie Fornaci”.

“Ma non finiva qui – riprende il capogruppo -, perché sempre quella convenzione svincolerà i sei appartamenti (da 60 metri quadrati circa) all‘ultimo piano della palazzina di via delle Strette, destinati ad affitto per 16 anni a canone agevolato (€ 5,00 a metro quadrato) alle situazioni di disagio sociale spotornese. Al danno economico si aggiungerà quello morale. Sei appartamenti che avevano il compito di tutelare sei situazioni di disagio tornati nella disponibilità della proprietà senza più vincoli e senza obbligo di affitto. Una scelta assolutamente grave e francamente inutile si fini della trattativa”.

“Il costo zero, sia per l’edificio che per gli arredi, è dunque saltato perché all‘appello mancano i due appartamenti di via delle Strette e sono stati impegnate altre risorse per completare l’edificio è per gli arredi. Il che non toglie nulla all‘importanza dell‘opera, ma sottolinea come il Sindaco abbia condotto una trattativa al ribasso, soprattutto per gli svincoli dei sei appartamenti per le famiglie bisognose e per l’essersi piegato ad una richiesta che ha fatto perdere all‘amministrazione i 6-700 mila euro del valore immobiliare dei due appartamenti mai trasferiti alla proprietà pubblica”.

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“Per fortuna il circolo Pontorno ha avuto un’ottima idea proponendo di dedicare la piazzetta antistante il municipio al primo sindaco di Spotorno, Carlo Stognone – prosegue Riccobene -. Nel suo intervento per l’inaugurazione della piazzetta, il sindaco, che come ricordiamo si rese responsabile del distacco del quadro di Stognone dall‘attuale ufficio di Villa Albini, dove fu posizionato nel anni sessanta, per far posto ai suoi attestati, non è riuscito a convincere nessuno. Infatti, per giustificare in qualche modo quel gesto irrispettoso quanto egocentrico, si è inventato una storiella banale quanto lontana dalla realtà, che ovviamente non è caso di riprendere. Sarebbe bastato chiedere scusa”.

“In ultimo un‘osservazione – conclude -, era molto meglio chiamare l’edificio Municipio, perché con Comune Spotorno si intende l’insieme del territorio con la sua composizione sociale, economico e istituzionale”.

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