E’ iniziata la psicosi del Coronavirus in tutto il nord Italia. E, mettendola sul ridere, sembra serva l’arrivo di un virus per far lavare mani, ascelle e corpo alla gente.
Comunque. In Italia ci sarebbero poco meno di 160 casi confermati, con i primi decessi. Una notizia che fa scattare la paura, che viene interpretata come la fine del mondo e che fa svuotare letteralmente i supermercati alla gente (anche nel savonese). Le cose sbagliate, però, sono almeno due. La prima è la comunicazione che media e istituzioni fanno: non si scrive che di 80 mila infetti in tutto il mondo in 25 mila sono guariti, no, ma si scrive che di 80 mila infetti sono morti in 2.600 e sono in gravi condizioni in 11.000.
La seconda cosa sbagliata siamo noi, cittadini spesso ignoranti nel senso buono del termine: crediamo a ciò che arriva dall’alto senza informarci, ci facciamo prendere dal panico e in meno di un giorno diventiamo tutti medici, scienziati, infettivologi e chi più ne ha più ne metta. Tanto basta avere Google, per metterla di nuovo sul ridere.
Sia chiaro, non si sta dicendo che le notizie che arrivano dal governo siano balle colossali o ingigantite, si sta dicendo che ci facciamo prendere dal panico per un virus che, probabilmente, potrebbe rivelarsi un’influenza leggermente più acuta. Il numero dei morti, peraltro, è praticamente uguale.
Se il messaggio passato dal governo – anzichè il numero dei morti – fosse stato che su 80 mila persone 25 mila sono guarite ci saremmo fatti prendere lo stesso dal panico come sta avvenendo in questi giorni? Io credo di no. Tra l’altro, al momento, la maggior parte dei decessi riguarda persone in età avanzata con problemi di salute antecedenti il virus. E’ una questione di pure prospettive: c’è chi vede il bicchiere mezzo vuoto, e inizia a costruire i bunker, e chi non vuole nemmeno credere che esista il bicchiere mezzo pieno, e inizia a svuotare i negozi con generi di prima necessità.