Savona. “Introdurre subito il Green Pass anche nelle scuole per salvare la didattica in presenza”. E’ questo l’appello rivolto al governo e lanciato ieri dal sindaco di Pesaro, Matteo Ricci, presidente dell’associazione Ali, Autonomie locali italiane. La lettera è stata sottoscritta da decine di primi cittadini di tutto il paese, tra cui molti liguri e alcuni savonesi.
“C’è il rischio concreto, visto l’aumento dei contagi, che da gennaio tutte le scuole italiane vadano in Dad. Non possiamo permetterlo. È nostro dovere tutelare sia il diritto al lavoro che il diritto all’istruzione – continua la lettera -. Con il Green Pass nelle scuole, prevedendo come per le altre categorie vaccino o tampone, preserveremmo la scuola in presenza e con essa un diritto costituzionale, quello dello studio e dell’istruzione. Se non agiamo subito introducendo il Green Pass rischiamo di ritrovarci con le scuole chiuse a breve, con la didattica a distanza indistintamente per tutti i ragazzi, vaccinati e non vaccinati, e con le gravi conseguenze – sanitarie, sociali, lavorative, economiche e psicologiche – che abbiamo già conosciuto in passato. I sindaci credono fortemente che questa sia l’unica strada da percorrere per il futuro della scuola e dei nostri ragazzi”.
A firmare l’appello tra gli altri anche i savonesi Mattia Fiorini, sindaco di Spotorno, Maria Rebagliati, sindaca di Bergeggi e Massimo Niero, sindaco di Cisano sul Neva.
A livello nazionale la lettera è stata sottoscritta anche da Roberto Gualtieri, sindaco di Roma, Beppe Sala, sindaco di Milano, Matteo Lepore, sindaco di Bologna, Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli, Giorgio Gori, sindaco di Bergamo e Dario Nardella, sindaco di Firenze.
Immediate le reazioni, con una frenata netta e decisa dell’associazione nazionale presidi: “Comprendiamo la preoccupazione di chi si trova a dover fronteggiare la quarta ondata che sta investendo in modo particolare la fascia più giovane della popolazione – ha sottolineato il presidente Antonello Giannelli, a Orizzontescuola.it – D’altra parte la scuola necessita di una estrema e doverosa gradualità nell’introduzione di misure che potrebbero comportare una compressione del diritto all’istruzione, pur se determinate da ragione di salute collettiva”.
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